112
edits
Line 117: | Line 117: | ||
{{Quote||L'età d'oro dei diritti d'uguaglianza [in Spagna] fu un mito, il cui credo fu il risultato, e non la causa, della simpatia degli ebrei per l'islam. Il mito fu inventato dagli ebrei d'Europa del 19esimo secolo come un rimprovero verso i cristiani.<ref>Bernard Lewis, "Gli ebrei pro-islam," in ''L'islam nella storia'' (Chicago: Open Court, 1993), p. 148.</ref>}} | {{Quote||L'età d'oro dei diritti d'uguaglianza [in Spagna] fu un mito, il cui credo fu il risultato, e non la causa, della simpatia degli ebrei per l'islam. Il mito fu inventato dagli ebrei d'Europa del 19esimo secolo come un rimprovero verso i cristiani.<ref>Bernard Lewis, "Gli ebrei pro-islam," in ''L'islam nella storia'' (Chicago: Open Court, 1993), p. 148.</ref>}} | ||
{{Quote|| | {{Quote||Un tempo gli eruditi e altri scrittori dei paesi comunisti dell'est Europa si affidavano agli editori e scrittori dell'occidente libero per dire la verità sulla loro storia, la loro cultura e la loro situazione. Oggi quelli che dissero la verità sono rispettati e benvenuti in quei paesi, non quelli che occultarono o negarono la situazione. Gli storici nei paesi liberi hanno come morale e come obbligo professionale quello di non sminuire le questioni difficili e i temi che certe persone nasconderebbero come un tabù; di non sottomettersi ad una censura volontaria e di trattare queste cose con giustizia, onestà, senza lode, senza polemica e ovviamente con competenza. Coloro che godono della libertà hanno un dovere morale di usare la loro libertà per coloro che non la possiedono. Viviamo in un'epoca in cui grandi sforzi sono stati fatti e continuano ad esser fatti per falsificare i documenti e per rendere la storia uno strumento di propaganda; quando i governi, i movimenti religiosi, i partiti politici e gruppi di qualsiasi tipo sono impegnati a riscrivere la storia come gli piacerebbe fosse stata, la storia che vorrebbero far credere ai loro seguaci. Tutto ciò è davvero pericoloso, per noi e per gli altri, in qualsiasi modo noi definiamo l'altro – pericoloso per la nostra umanità. Perché, non ci illudiamo, coloro che rifiutano di fare i conti col passato saranno incapaci di capire il presente e inadatti ad affrontare il futuro.<ref>B. Lewis, "La storia degli altri," in ''L'islam nella storia'' (New York: Oxford University Press, 1993), p130.</ref>}} | ||
{{Quote||Durante i primi secoli formativi della sua esistenza, il cristianesimo non fu solo separato ma anche antagonista dello Stato, con cui solo in seguito si intrecciò. Dai giorni del suo fondatore, l'islam era lo Stato, e l'identità della religione e del governo è indelebilmente marchiata sui ricordi e la coscienza dei fedeli e dei loro testi sacri, la loro storia ed esperienza.<ref>Bernard Lewis, U.S. Middle Eastern specialist. L'islam e l'occidente, capitolo 8, Oxford University Press (1993).</ref>}} | |||
{{Quote||...è il compito di coloro che li hanno accettati [la parola e il messaggio di Allah] di battersi senza sosta per convertire o almeno soggiogare quelli che non lo hanno fatto. Questo obbligo non ha limiti di spazio o di tempo. Deve continuare finché l'intero mondo abbia accettato la fede islamica o si sia sottomesso al potere dello Stato islamico.<ref>Bernard Lewis, "Il linguaggio politico dell'islam", università di Chicago, prima edizione, 1988, ISBN 9780226476926 p.73</ref>}} | |||
{{Quote||... | |||
==Bertrand Russell== | ==Bertrand Russell== |