WikiIslam:Sandbox/citazioni di famosi infedeli sull'islam: Difference between revisions

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{{Quote||L'età d'oro dei diritti d'uguaglianza [in Spagna] fu un mito, il cui credo fu il risultato, e non la causa, della simpatia degli ebrei per l'islam. Il mito fu inventato dagli ebrei d'Europa del 19esimo secolo come un rimprovero verso i cristiani.<ref>Bernard Lewis, "Gli ebrei pro-islam," in ''L'islam nella storia'' (Chicago: Open Court, 1993), p. 148.</ref>}}
{{Quote||L'età d'oro dei diritti d'uguaglianza [in Spagna] fu un mito, il cui credo fu il risultato, e non la causa, della simpatia degli ebrei per l'islam. Il mito fu inventato dagli ebrei d'Europa del 19esimo secolo come un rimprovero verso i cristiani.<ref>Bernard Lewis, "Gli ebrei pro-islam," in ''L'islam nella storia'' (Chicago: Open Court, 1993), p. 148.</ref>}}


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{{Quote||Un tempo gli eruditi e altri scrittori dei paesi comunisti dell'est Europa si affidavano agli editori e scrittori dell'occidente libero per dire la verità sulla loro storia, la loro cultura e la loro situazione. Oggi quelli che dissero la verità sono rispettati e benvenuti in quei paesi, non quelli che occultarono o negarono la situazione. Gli storici nei paesi liberi hanno come morale e come obbligo professionale quello di non sminuire le questioni difficili e i temi che certe persone nasconderebbero come un tabù; di non sottomettersi ad una censura volontaria e di trattare queste cose con giustizia, onestà, senza lode, senza polemica e ovviamente con competenza. Coloro che godono della libertà hanno un dovere morale di usare la loro libertà per coloro che non la possiedono. Viviamo in un'epoca in cui grandi sforzi sono stati fatti e continuano ad esser fatti per falsificare i documenti e per rendere la storia uno strumento di propaganda; quando i governi, i movimenti religiosi, i partiti politici e gruppi di qualsiasi tipo sono impegnati a riscrivere la storia come gli piacerebbe fosse stata, la storia che vorrebbero far credere ai loro seguaci. Tutto ciò è davvero pericoloso, per noi e per gli altri, in qualsiasi modo noi definiamo l'altro – pericoloso per la nostra umanità. Perché, non ci illudiamo, coloro che rifiutano di fare i conti col passato saranno incapaci di capire il presente e inadatti ad affrontare il futuro.<ref>B. Lewis, "La storia degli altri," in ''L'islam nella storia'' (New York: Oxford University Press, 1993), p130.</ref>}}


{{Quote||Durante i primi secoli formativi della sua esistenza, il cristianesimo non fu solo separato ma anche antagonista dello Stato, con cui solo in seguito si intrecciò. Dai giorni del suo fondatore, l'islam era lo Stato, e l'identità della religione e del governo è indelebilmente marchiata sui ricordi e la coscienza dei fedeli e dei loro testi sacri, la loro storia ed esperienza.<ref>Bernard Lewis, U.S. Middle Eastern specialist. L'islam e l'occidente, capitolo 8, Oxford University Press (1993).</ref>}}


There was a time when scholars and other writers in communist eastern Europe relied on writers and publishers in the free West to speak the truth about their history, their culture, and their predicament. Today it is those who told the truth, no those who concealed or denied it, who are respected and welcomed in these countries. Historians in free countries have a moral and professional obligation no to shrink the difficult issues and subjects that some people would place under a sort of taboo; not to submit to voluntary censorship, but to deal with these matters fairly, honestly, without apologetics, without polemic, and, of course, competently. Those who enjoy freedom have a moral obligation to use that freedom for those who do not possess it. We live in a time when great efforts have been made, and continue to be made to falsify the record of the part and to make history a tool of propaganda; when governments, religious movements, political parties, and sectional groups of every kind are busy rewriting history as they would wish it to have been, as they would like their followers to believe that it was. All this is very dangerous indeed, to ourselves and to others, however we may define otherness - dangerous to our common humanity. Because, make no mistake, those who are unwilling to confront the past will be unable to understand the present and unfit to face the future.<ref>B. Lewis, "Other People's History," in ''Islam in History'' (New York: Oxford University Press, 1993), p130.</ref>}}
{{Quote||...è il compito di coloro che li hanno accettati [la parola e il messaggio di Allah] di battersi senza sosta per convertire o almeno soggiogare quelli che non lo hanno fatto. Questo obbligo non ha limiti di spazio o di tempo. Deve continuare finché l'intero mondo abbia accettato la fede islamica o si sia sottomesso al potere dello Stato islamico.<ref>Bernard Lewis, "Il linguaggio politico dell'islam", università di Chicago, prima edizione, 1988, ISBN 9780226476926 p.73</ref>}}
 
{{Quote||During the first formative centuries of its existence, Christianity was separated from and indeed antagonistic to the state, with which it only later became involved. From the lifetime of its founder, Islam was the state, and the identity of religion and government is indelibly stamped on the memories and awareness of the faithful from their own sacred writings, history, and experience.<ref>Bernard Lewis, U.S. Middle Eastern specialist. Islam and the West, ch. 8, Oxford University Press (1993).</ref>}}
 
{{Quote||...it is the duty of those who have accepted them [Allah's word and message] to strive unceasingly to convert or at least to subjugate those who have not. This obligation is without limit of time or space. It must continue until the whole world has either accepted the Islamic faith or submitted to the power of the Islamic state.<ref>Bernard Lewis, "The Political Language of Islam", University Of Chicago Press; First Edition, 1988, ISBN 9780226476926 p.73</ref>}}


==Bertrand Russell==
==Bertrand Russell==
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